EP3 – Guadagna la fiducia dei tuoi allievi con il Rightful Heritage

A nessun allievo interessa ottenere un bel voto e basta.
Ognuno lo fa per un motivo diverso, personale: c’è chi vuole soddisfare le aspettative dei genitori, chi fare bella figura, chi ha già deciso cosa farà “da grande”, chi ama le sfide etc. Quando un allievo non si impegna è perché questo “motivo” manca.
Per questo occorre innanzitutto conoscere le motivazioni che spingono un allievo ad agire (o non agire) e solo dopo si può valutarne davvero la performance.

Ricordo che quando vidi quella pagella non ci credevo.
Avevo preso un bel 9 in Filosofia.
Il che era strano, perché come al solito non avevo studiato e non ero andato all’interrogazione.
Così, alla prima occasione, chiesi al mio professore come mai mi avesse quel voto dato che chiaramente non aveva senso.

“Ti ho messo quel voto perché secondo me te lo meriti” mi rispose lui, sorridendo.
Ci rimasi di sasso.
Fu come una molla, per me. Quando tornai a casa iniziai a studiare come non credo di aver mai fatto. Ero determinato a dimostrare che il mio professore avesse ragione, e quando finalmente fui interrogato ottenni, questa volta per davvero, un bel 9.

Ma cosa era successo?
Come mai un ragazzo pigro ed un tantinello arrogante, improvvisamente aveva sentito il bisogno di studiare persino la notte?
Semplice.
Perché aveva trovato qualcosa di prezioso che rischiava di perdere: la fiducia di una persona stimata.

La tecnica del Rightful Heritage ed il Core Drive della Socialità: usare la Gamificazione per motivare gli alunni ad autodisciplinarsi

Gli studenti sono obbligati ad andare a scuola: questa non è una buona partenza per loro. Possiamo offrirgli una migliore esperienza di apprendimento?

Senza saperlo, il mio professore di filosofia aveva applicato una tecnica di Gamificazione molto efficace, chiamata “Rightful Heritage”, molto utile con gli alunni che condividono il mio profilo personologico.
Per applicare questa tecnica occorre seguire questi step:

  1. Dare ad una persona, in modo gratuito e disinteressato, un vantaggio o una risorsa molto grande, in grado di aiutarla ad affrontare un problema o raggiungere un obiettivo
  2. Fare in modo che la persona si abitui al vantaggio ottenuto e ottenga sempre più risultati
  3. Minacciare di togliere tale vantaggio se non vengono rispettate delle condizioni che richiedono un certo impegno o azione

Questa tecnica viene usata spesso nel marketing, quando ad esempio otteniamo l’accesso ad un servizio per una settimana e per continuare dobbiamo pagare un abbonamento.
Può essere usata, però, anche nella costruzione delle relazioni, perché si basa su una una serie di principi molto forti:

  1. Il nostro cervello preferisce difendere ciò che possiede, invece di cercare qualcosa di nuovo
  2. Le abitudini vengono percepite come più “sicure” rispetto alle novità
  3. Quando le cose non vanno come abbiamo immaginato, sentiamo il dover di “rimettere le cose in ordine”

In questo caso il mio professore mi aveva dato un “vantaggio” molto grande: un voto alto.

Non solo: me lo aveva messo in pagella, quindi mi aveva permesso di attraversare gli scrutini in sicurezza, nonostante la mia indolenza.
A questo punto dunque non stavo più puntando ad un voto, cosa che non mi interessava minimamente.

Mi aveva messo nella condizione di difendere una posizione di vantaggio molto potente, facendo tra l’altro leva su uno degli 8 “Core Drive” della Gamificazione: la Socialità.
Mostrando fiducia in me, una fiducia cieca, basata apparentemente sul nulla.
Questa fiducia, da sola, può fare tutta la differenza del mondo in una relazione.

Decisioni, Motivazione ed Epic Meaning: il potere delle promesse e del rispetto verso un mentore influenzano le nostre scelte

Dai un motivo a uno studente, e quello farà di tutto per perseguirlo al massimo delle proprie capacità

Le nostre Decisioni hanno sempre uno scopo: rendere concreto ciò che pensiamo, confermare le nostre aspettative.

Se un allievo ha scarsa fiducia nelle sue possibilità tenderà, nel tempo, ad impegnarsi sempre meno, perché altrimenti come potrebbe continuare a pensare di avere scarsa fiducia nelle sue possibilità?

E’ come un serpente che si morde la coda.
Proprio per questo occorre dare agli allievi una direzione diversa.
A nessun allievo interessa ottenere un bel voto e basta.
Ognuno lo fa per un motivo diverso, personale: c’è chi vuole soddisfare le aspettative dei genitori, chi fare bella figura, chi ha già deciso cosa farà “da grande”, chi ama le sfide etc.
Quando un allievo non si impegna è perché questo “motivo” manca.
Per questo occorre innanzitutto conoscere le motivazioni che spingono un allievo ad agire (o non agire) e solo dopo si può valutarne davvero la performance.

In tal senso, il Core Drive della Gamificazione, chiamato “Epic Meaning & Calling”, è di sicuro uno strumento molto utile.
Questo principio motivazionale si basa sull’importanza, per noi esseri umani, di sentirci parte di qualcosa di grande, di sapere che le nostre azioni hanno un impatto nella realtà che ci circonda.

Vivere un’avventura, in fondo, è il sogno di chiunque. Trasformare la didattica in un luogo avventuroso può aiutare gli allievi più in difficoltà a cercare e trovare motivazioni e risorse che normalmente non conoscerebbero mai.
Sarà a quel punto che prendere la decisione di studiare diventerà una conseguenza del contesto, invece che una presa di posizione che un allievo potrebbe non essere in grado di compiere!

Conclusione: diversi modi in cui la relazione maestro-allievo può essere modulata con la Gamificazione

tecnica del Rightful Heritage a scuola per accrescere la fiducia tra te e i tuoi studenti

Usando la tecnica del Rightful Heritage e la Socialità si possono dunque ottenere grandi vantaggi nella costruzione di una relazione maestro allievo.
Si concede la fiducia in una persona che, a quel punto, avrà qualcosa da perdere o uno status da mantenere.
Le dinamiche a cui questa tecnica può portare sono diverse, tra cui:

  1. Il bisogno di competere: quando qualcuno ci sfida, è facile sentirsi motivati ad agire per “vincere” e/o per “non perdere”. Questi due outcome rappresentano infatti leve motivazionali diverse!
  2. Il bisogno di collaborare: sentirsi importanti, in una relazione ed in un contesto, genera in noi affetto. Vogliamo proteggere ciò che amiamo, migliorarlo e curarlo. Sapere che qualcuno crede in noi può spingerci a dare il massimo perché questo sentimento continui.
  3. Il bisogno di dimostrare chi siamo: sapere che non siamo soli, che qualcuno crede nelle nostre possibilità può spingerci a cambiare priorità e aumentare concentrazione, disciplina e focus sul risultato

E’ importante comprendere una lezione fondamentale: nessun allievo viene a scuola in maniera volontaria, e questo punto è ancora più influente nel caso della didattica a distanza.
Per questo motivo l’impegno e lo studio non devono e non possono essere strumenti relazionali, ma sono invece conseguenze della relazione.
E la relazione, quella vera, può nascere solo quando c’è riconoscimento della persona che si ha davanti.

Alla prossima puntata!


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